Le prove Invalsi e lo sviluppo della competenza

La valutazione degli apprendimenti introdotta in modo censuario dall’INVALSI già da alcuni anni nella scuola, ha scatenato un dibattito acceso sia tra gli addetti ai lavori, i docenti, sia tra i non addetti, vale a dire le famiglie degli studenti. Pensare infatti ad un sistema esterno alla scuola che valuta gli apprendimenti, produce, per così dire, un po’ su tutti noi atteggiamenti ansiogeni, talvolta anche preoccupati se non, in qualche caso, addirittura ostili.
Forse potrebbe aiutare a comprendere meglio la finalità di tale sistema di valutazione, riflettere insieme sul significato di cosa si valuta, del come si valuta e del perché si valuta (o forse sarebbe meglio dire “si misura”) attraverso gli ormai famosi e temuti test somministrati rispettivamente nelle classi seconde e quinte della scuola primaria, nelle prime e nelle terze classi della secondaria di primo grado e, dallo scorso anno (maggio 2011), anche nelle seconde classi della secondaria superiore.
C’è uno stretto rapporto tra le indagini internazionali OCSE-PISA che valutano la literacy in lettura, matematica e scienze dei quindicenni delle nazioni che partecipano a tali indagini e le prove dell’INVALSI. Di fronte al posizionamento dell’Italia nel 2009,[1] al trentunesimo posto nella competenza in lettura dopo Francia, Spagna, Germania , Regno Unito, Belgio, Portogallo, per citare solo alcuni dei paesi dell’UE, è legittimo per un paese come il nostro pensare ad un sistema di valutazione degli apprendimenti che vada a rilevare i punti di criticità che impediscono agli studenti specialmente delle aree del sud di raggiungere la media OCSE e che lo faccia attraverso un sistema che sia esterno alle scuole, con una serie di test uguali per tutti e soprattutto che permetta un confronto tra classi della stessa scuola, tra scuole dello stesso comune e della stessa macroarea e infine con la media nazionale. Ma di questo si dirà più avanti.
Partiamo dal concetto di literacy così come viene formulato nell’ultimo rapporto OCSE-PISA 2009 Literacy in lettura significa dunque: comprendere e utilizzare testi scritti, riflettere su di essi e impegnarsi nella loro lettura (engaging with) al fine di raggiungere i propri obiettivi, di sviluppare le proprie conoscenze e le proprie potenzialità e di essere parte attiva della società[2].
Vale la pena qui analizzare particolarmente le tre azioni sottolineate dalla definizione: comprendere e utilizzare, riflettere, sviluppare.
Comprendere non significa solo “capire” il significato delle parole ma costruire un significato a partire dal testo e inferire anche un significato generale o il tema di quel testo; utilizzare implica che non solo si sappia leggere direttamente ma si sappiano altresì evincere le informazioni che servono per conseguire uno scopo specifico o per confrontare e/o rivedere il proprio parere riguardo ad una determinata tematica.
Riflettere riconduce ad una attività di livello diverso in quanto il lettore è chiamato a mettere in rapporto il testo che sta leggendo con quanto è nella propria esperienza. In altri termini sapere riflettere su di un testo è la condizione essenziale per la quale il lettore stabilisce se il testo è adeguato ad assolvere ad un determinato compito, se contiene tutte le informazioni che servono, se ancora ciò che si legge è affidabile, se il contenuto esprime opinioni diverse e se soprattutto la forma del testo è efficace rispetto a ciò che il testo comunica al lettore.
L’introduzione del concetto di engagement in lettura (atteggiamenti, interesse, pratiche), introdotto nella definizione succitata, indica la predisposizione dello studente a considerare la lettura in termini positivi, cosa che influisce sull’acquisione della literacy in modo sensibilmente maggiore di quanto non influisca lo status sociale di provenienza. In altri termini un atteggiamento positivo verso la lettura favorisce sia l’acquisizione della competenza che la capacità meta-cognitiva rispetto ai propri processi di apprendimento. Engagement e metacognizione sono considerati all’interno del quadro di riferimento per la lettura di PISA 2009 elementi capaci di fornire indicazioni utili a informare le politiche dell’istruzione. Evidenze scientifiche dimostrano che le abilità legate all’engagement e alla metacognizione possono essere insegnate in vista di livelli di rendimento più elevati nella comprensione della lettura.[3]
Questi obiettivi descritti all’interno della definizione della literacy in lettura vengono declinati nelle prove OCSE-PISA somministrate agli studenti, in quelli più specifici che consistono in a) individuare informazioni presenti in un testo, b) integrare e interpretare ciò che si legge, c) riflettere e valutare alla luce della propria esperienza . Queste sono quindi le competenze da valutare e misurare nelle succitate prove. E’ interessante a questo punto vedere attraverso quali tipologie di testi vengono valutate e misurate tali competenze. La literacy in lettura viene accertata e misurata attraverso testi di diverso formato: testi continui ( narrativi, descrittivi, argomentativi, etc.), testi non continui ( grafici, tabelle , elenchi, diagrammi, prospetti, cataloghi, indici e moduli), testi misti (costituiti da un insieme dei primi due), testi multipli (costituiti da un insieme di testi provenienti da fonti diverse). Le competenze da valutare (a,b,c,) si pongono in scala semi-gerarchica ( non si possono integrare e interpretare informazioni che non si siano precedentemente individuate e non ci può essere alcuna riflessione né valutazione senza la preliminare interpretazione di un testo). Non tutti i curricoli nazionali ( di tutti i paesi che partecipano alle rilevazioni internazionali OCSE-PISA) danno il medesimo rilievo a ciascuno di questi aspetti poiché questi possono dipendere da differenti fattori. Perciò i quesiti vengono formulati per mettere in rilievo l’uno o l’altro aspetto anche se tutti entrano in gioco, in quanto processi cognitivi, in misura diversa in tutti i compiti.
Per quanto riguarda la tipologia delle prove, PISA per la prima volta nell’anno 2009 ha introdotto anche la lettura di testi in formato elettronico ( alla quale però alcune nazioni compresa l’Italia non hanno partecipato). Quest’ultima parte insieme all’engagement di cui si è detto, costituiscono le due novità rispetto al 2007.
Si rimanda al sito dell’INVALSI la consultazione di alcuni esempi di prove proposte da OCSE-PISA nel 2009 relativa alla literacy in lettura[4]. Come si potrà vedere, in appendice sono riportati i codici per l’attribuzione dei punteggi sulla base dei quali si determina la misurazione dei livelli.
I livelli individuati sono complessivamente sei, per ognuno dei quali è attribuito un punteggio . Il livello soglia è il livello due[5]. I punteggi vengono attribuiti sulla base di aspetti molteplici e complessi che misurano con attendibilità i differenti aspetti presi in esame. Nei fascicoli delle prove somministrate ad ogni studente sono presenti inoltre due questionari che si riferiscono rispettivamente al contesto scolastico in cui lo studente è inserito e allo status socio-culturale della famiglia di provenienza.
Al di là dell’analisi delle prove Ocse-Pisa, quello che preme rilevare in questa sede è se e in quale misura tali prove possono consentire ai nostri studenti il conseguimento di competenze in lettura secondo la definizione precedentemente data nel concetto di literacy. Da una attenta lettura di alcuni di queste prove il docente potrebbe dedurre la ratio sottesa e confrontare da una parte le modalità di proposta dei quesiti e le tipologie di formato con quelle che di solito vengono proposte nella propria prassi didattica. Ma se le prove di PISA si rivolgono ai quindicenni , in che modo possono essere utilizzate nelle classi che non siano del biennio della secondaria? Bisogna qui puntualizzare che il riferimento delle prove non è la classe di appartenenza bensì l’età degli studenti, poiché questa è l’età dell’obbligo scolastico e pertanto, al raggiungimento dei quindici anni, i ragazzi potrebbero non frequentare più la scuola e conseguentemente dovrebbero possedere le competenze richieste per accedere al mondo del lavoro e/o vivere consapevolmente nella società.
[1] Le competenze in lettura , matematica e scienze degli studenti quindicenni italiani, pag.46 figura 2.10 nel sito:
https://www.invalsi.it/invalsi/ri/Pisa2009/documenti/RAPPORTO_PISA_2009.pdf
[2]Vedi OCSE, PISA 2009 Assessment Framework – Key Competencies in Reading, Mathematics and Science, Parigi, OCSE, 2009
[3] Rapporto PISA 2009 cit. pag. 26
[4] Rapporto PISA 2009 Appendice 1: Prove rilasciate di lettura PISA 2009 pag.171
[5] Per un esame più accurato delle scale dei punteggi per ciascuna tipologia di testo, si rimanda al Rapporto PISA cit. pp.54-65